domenica 1 maggio 2011

La Basilica di San Clemente

Non basterebbe un libro intero a voler descrivere la Basilica di San Clemente. Ecco perchè mi affretto a precisare che poche righe di un post non potranno dare giustizia espositiva a questa antica meraviglia. Mi limiterò, pertanto, a soffermarmi fondamentalmente su due aspetti, che hanno richiamato la mia attenzione e incuriosito. Per quanto mi riguarda, questa visita costituisce un gradito ritorno a distanza di alcuni decenni dalla prima, che fu condotta mentre frequentavo le superiori, con la mia (e nostra) prof. di Italiano e Storia a fare da Cicerone.
Introduco i pochi pensieri che seguono, con un caloroso invito rivolti a tutti, credenti o non, a dedicare alla Chiesa almeno un pomeriggio.

Il Colosseo in lontananza
La Basilica è situata a pochi passi dal Colosseo (che nella foto, infatti, si intravede sullo sfondo), sulla strada in leggera salita che porta a San Giovanni in Laterano.
San Clemente Papa è il terzo successore di Pietro.

La Basilica presenta diversi livelli (principalmente tre), un vero viaggio a ritroso nel tempo.
Gli scavi cominciarono nel XIX secolo, quando fu scoperta, non solo la basilica del IV sec. proprio sotto l'attuale, ma anche un livello più basso con resti di costruzioni più antiche, probabilmente del I secolo.
Successivi scavi di inizio XX secolo riveleranno un quarto livello archeologico, con costruzioni distrutte dall'incendio del 64 a.C. Quindi, è lecito pensare che nel I secolo il livello del terreno in quel punto fosse di una ventina di metri più basso dell'attuale livello stradale.
Dopo l'incendio di Roma, attribuito a Nerone, gli edifici furono riempiti di terra per assicurare le fondamenta ad altri edifici ricostruiti proprio in quell'area.


L'accesso laterale
Entriamo ora nella Basilica. Essa risale al XII secolo e come quella sottostante del IV secolo presenta una pianta a tre navate, anche se di fatto l'attuale nella parte della navata destra risulta essere più piccola. Nel complesso essa costituisce un riadattamento di tipo medievale della disposizione riconducibile al modello del IV e V secolo.

Alla basilica inferiore paleo-cristiana del IV secolo si accede attraverso la sagrestia, sul lato destro dell'attuale basilica. La discesa è assicurata da una scalinata del 1866. Sono presenti arredi e pitture. Nella navata centrale, la cui altezza in parte è stata assorbita a vantaggio del pavimento sovrastante, sono presenti afferschi ritenuti dagli storici d'arte di assoluto interesse. Essi probabilmente risalgono al tardo XI secolo.
La mia curiosità è stata catturata dalla raffigurazione di "S. Clemente e Sisinnio", anche perchè all'epoca della mia prima visita la Prof. richiamò proprio su di essa la nostra attenzione.
Qui troviamo (nella parte centrale) San Clemente nell'intento di celebrale la Messa, mentre a sinistra il nobile Sisinnio è appostato in disparte col suo servo. Il nobile, ingelositosi, aveva seguito sua moglie Teodora, che frequentava la comunità cristiana. Durante il rito egli - che nulla conosceva della nuova fede - diventa cieco e sordo. Teodora chiede al Santo di pregare affinchè il marito potesse riacquisire i sensi. La richiesta verrà esaudita, ma il marito, e perchè scambia la fede per magia, e per la presenza stessa di San Clemente in casa sua, ordina ai suoi servi di prenderlo e di trascinarlo fuori. Tuttavia, essi, ovvero Gosmari e Albertello, invece di legare il Santo, stringono le corde intorno a una colonna (nella parte inferiore). Violenti improperi tuona Sisinnio, sulla destra in toga rossa, al loro indirizzo: "Fili dele pute, trahite". Gosmario ripete l'ordine: "Albertel, trahi!". Chiede poi a un altro di far leva con un palo: "Falite dereto col lo palo, Carvoncello". In tutto questo, San Clemente si trova in disparte commentando, tradotto dal latino, come segue: "Per la durezza del vostro cuore, avete meritato di portare pietre"
In questo affresco troviamo due aspetti interessanti. In ordine all'iscrizione, l'utilizzo di una lingua di transizione dal latino al "volgare" italiano. Mentre, rispetto alla rappresentazione, l'uso della prospettiva nelle immagini. La profondità si riscontra dalle teste delle persone che si trovano alle spalle di Teodora, nell'intento di trasmettere la profondità e la lontananza (purtroppo, non posso includere nel post alcuna immagine, dato che non era ammesso scattare foto).

Anche l'area Mitriaca ha destato il mio interesse. Scendendo una scalinata del IV secolo, i luoghi si fanno angusti. Visita sconsigliata ai claustrofobici, quindi. Qui troviamo sulla destra il vestibolo, mentre il tempio di Mitra, della fine del II o del principio del III secolo, è sulla sinistra con l'altare centrale in un'aula di piccole dimensioni, con due lunghi banchi opposti in muratura per gli iniziati. Sulla volta, immerse tra le decorazioni, ci sono undici aperture. Le sette più grandi e circolari rappresentano i pianeti del sistema solare, già allora conosciuti; le altre quattro invece, le stagioni. In una nicchia è presente una piccola statua di Mitra.




Mosaico dell'abside

Dipinto centrale del soffitto {G. Chiari}




NOTE


  • L. Boyle O. P., San Clemente ROMA (Piccola Guida), Roma, 1989;
  • G. Lovatelli, A. Morabito e AA.VV., Roma insolita e segreta, Jonglez, Francia 2010


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