domenica 30 ottobre 2011

Chiesa Santa Barbara dei Librari. Nei pressi di Campo dei Fiori.

Rione Regola.


Passeggiare nella zona dello storico rogo, ha sempre un sapore antico. O forse è la memoria ad esser condizionata dalle rievocazioni.
Mi ci portava mio nonno, per gustare le fritte leccornie tipiche della romanità di altri tempi.

Ero spesso in questi luoghi anche al tempo delle mie scuole superiori. Spensierata età che rimane radicalmente viva dentro e che ti regala sempre un piacevole ricordo e un sorriso. Credo sia per tutti così, anche se - come me - si è stati discenti studiosi e non si è commesso mirabili sciocchezze, figlie più dell'emulazione del branco che della propria intima convinzione.

La Chiesa pertanto viene eletta a simbolo di questi luoghi e di un periodo felice, anche per le prime struggenti scosse amorose. Perché seppur così piccola, riesce a imporsi, senza lasciarsi schiacciare dalle forze dirompenti delle emozioni e degli eventi che ti portano a crescere e progredire.

Stretta tra le mura di due belli e antichi palazzi, si fa largo quasi a dispetto degli stessi. La piccola chiesa di Santa Barbara dei Librari, nel Largo dei Librari (già Piazzetta di Santa Barbara), nei pressi di via dei Giubbonari, appare proprio in questo modo. Tanto che rimangono attoniti e sbalorditi coloro i quali vedono per la prima volta questo gioiello in miniatura. Sicché, minuta anche la piazza, il tutto si mesce nel commercio di abbigliamento e gioie. Un misto di convivialità ed ecumenismo, di sacro e profano. Si trova a poca distanza dallo sguardo severo di Giordano Bruno, che ci ricorda il suo sacrificio per la libertà. Egli così tollerante da sopportare pazientemente anche il chiasso del mercato rionale e, dall'imbrunire, della vita mondana notturna.

La data della sua costruzione è di difficile definizione. Quello che è noto è che sorge nell'XI secolo per volere di Giovanni Crescenzio, signore di Roma. Nel 1306 si registra l'anno della sua consacrazione e nel 1601 viene concessa alla Confraternita dei Librari, costituitasi l'anno prima. Nel 1680 viene ricostruita con i fondi dello stampatore Zenobio Masotti (ad egli è dedicata un'iscrizione sulla parete interna della chiesa dove fu sepolto). Sarà per molto tempo chiesetta parrocchiale, fino a quando nel corso del XX secolo verrà chiusa per decenni, sconsacrata e ridotta a magazzino. Affidata alla Comunità di Santa Barbara, verrà riaperta al pubblico negli anni '80. Giunge a noi dopo esser stata restaurata.


Entrando, si constata la pianta a croce greca, con le sue quattro cappelle. Sulla destra, la cappella della Madonna, ospita un trittico in legno del 1453 raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Michele Arcangelo e Giovanni Battista.
Nel Transetto destro troviamo un Crocifisso ligneo del Trecento con la rappresentazione della Madonna e di San Giovanni ai piedi della Croce, opera del Garzi.

Il martirio della Santa è opera invece del Monacelli, dipinto nella parte che precede la Cappella del presbiterio.


La facciata di Giuseppe Passeri è a due ordini. Il primo presenta due colonne con capitelli, tra le quali troviamo la porta sormontata da un'architrave recante l'iscrizione dedicata a Santa Barbara. Nel secondo, all'interno di una nicchia è racchiusa una statua in travertino della Santa.

Santa Barbara è martire cristiana del III secolo. La festa si celebra il 4 dicembre.