mercoledì 9 novembre 2011

Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400

[5 ottobre 2011 - 15 gennaio 2012]

Alle Scuderie del Quirinale nella sessione autunnale troviamo "Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400". Un'esposizione di opere provenienti dai più importanti musei di tutto il mondo e da collezioni private.
La mostra offre l'occasione per contemplare capolavori soprattutto del maestro toscano Filippino, che a Roma ha avuto l'occasione di studiato le antichità e di lasciare la sua impronta affrescando la cappella Carafa, nella Chiesa di Santa Maria sopra Minerva.

Figlio di frate Filippo Lippi e di Lucrezia Buti, monaca del convento agostiniano di Santa Margherita, Filippino (in verità il suo vero nome è Filippo, ma passerà alla storia col diminutivo per distinguerlo dal padre) nasce a Prato nel 1457 ca., dove apprenderà l'arte pittorica dallo stesso padre, che lo introduce fin dalla fanciullezza nella preparazione dei colori e nel disegno, e dalla collaborazione con fra' Diamante, il quale con altri curerà l'affrescatura della cappella maggiore del Duomo di Prato.
Dopo la morte del padre (avvenuta nel 1469, mentre si stava occupando della decorazione del coro della Cattedrale di Spoleto) e un periodo girovago, Filippino approda alla bottega del Botticelli, dove non svolge un ruolo di semplice garzone, ma piuttosto di promettente collaboratore, elaborando col tempo un suo personale stile. Sarà artista assai apprezzato anche dai Medici.

La mostra si articola in sei sezioni:
  • "Fra Filippo del Carmine", il padre e il primo maestro (1457-1469);
  • L'"Amico di Sandro". Nella bottega del Botticelli (1472 – 1478);
  • La prima attività indipendente e poi sotto la protezione del Magnifico (1478-1488);
  • La cappella di Filippo Strozzi in Santa Maria Novella e altri lavori (1485-1502);
  • A Roma, lo studio dell'Antico e la Cappella Carafa (1488 – 1494);
  • Gli ultimi anni, fra fantasie mitologiche e pittura devota (1494-1504).

Nel suo avvio si è accolti da "Madonna col Bambino e storie della vita di sant'Anna" di Filippo Lippi (Firenze, Uffizi). In un unico tondo sono rappresentate diverse scene di vita, con ricchezza di elementi e brillantezza dei colori. Spicca il viso serioso di Sant'Anna madre della Beata Vergine Maria, forse a esprimere la consapevolezza delle difficoltà di vita che attenderà la madre di Gesù. Colpisce la morbidezza delle vesti, con attenti dettagli di pieghe e chiaroscuro. Risalta anche la trasparenza del nimbo in sottile ricamo d'oro a sottolineare la cura dei dettagli dedicata alle figure principali, quasi in contrasto col personaggio con una cesta sul capo sulla destra, in esecuzione quasi monocromatico e con pieghe dell'abito piuttosto abbozzate.
Tra le mani delle figure centrali viene portato il melograno, simbolo della fertilità e della diffusione di fede.

Tra le numerose opere in esposizione, segnalo ciò che ha più colpito la mia attenzione e interesse:

  • in "Madonna e Bambino con San Giovanni Battista e gli Angeli" di Filippino Lippi sono evidenti le trasparenze degli abiti e delle aureole e l'uso della prospettiva - proprio rinascimentale - che conferisce profondità, misura e volume degli spazi a tutte le cose. Sullo sfondo a destra si registra una rappresentazione tipicamente leonardiana, con le sfumature dalla luce all'ombra e la nebbia sulle acque che ne conferisce il volume. Il passaggio di stato delle acque, esprime il messaggio della trasformazione. Le note sullo spartito compone vera musica, tant'è che ha avuto esecuzione. Col Rinascimento cambia anche la figura dell'artista, che non è più artigiano di bottega, ma uomo di cultura, che studia la natura, le opere degli antichi e la matematica, per rispondere ad una committenza esigente e colta;
  • in "I santi Rocco, Sebastiano, Girolamo ed Elena" di Filippino Lippi si hanno le rappresentazioni tra le più richieste dalle famiglie, come protezione dagli eventi nefasti. San Rocco, infatti, è protettore dalla peste e sant'Elena è madre di Costantino - di cui ultimo non si ha documentata certezza di conversione - e venerata dalla tradizione cristiana per il ritrovamento operato in occasione del suo viaggio in Palestina di un frammento di croce del Cristo. In relazione a questo frammento come ad altre importanti reliquie venne costruita a Roma la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dove troviamo anche un chiodo della croce. Da ammirare la finezza dell'abito della santa, che ricorda i veli delle tre Grazie nella Primavera del Botticelli. San Sebastiano, ufficiale romano, porta in mano la freccia perché martirizzato trafitto da frecce per la sua conversione di fede. Infine, San Girolamo ha con sé il leone a cui avrebbe tolto nel deserto una spina, e per questo motivo è rappresentato con suo muso mansueto;
  • in "Adorazione dei magi" di Filippino Lippi (Firenze, Uffizi) si ravvisa la somiglianza e i punti di contatto con la versione del Botticelli. Tra i personaggi troviamo membri della famiglia Medici;
  • in "Apparizione della Vergine a San Bernardo", la Vergine sfoglia il libro dove il santo scrive le omelie in suo onore. Sullo sfondo in basso a destra si intravede un demonio incatenato. Il messaggio che viene trasmesso intende affermare che l'Uomo può scegliere tra la via della Virtù o del Male, ovvero "sopporta e astieniti" dai beni apparenti e meramente terreni.
Curiosità.
  • Fra' Filippo, essendo pittore e cappellano del convento di Santa Margherita a Prato, chiese alla madre badessa il permesso di avere come modella la monaca Lucrezia per conferire religiosità alla Madonna in lavorazione su una pala d'altare. Tuttavia, la vicenda ebbe come evoluzione l'unione amorosa dei due, con procreazione di Filippino. L'unione stessa fu legittimata in un momento successivo con dispensa papale, grazie all'intercessione di Cosimo de' Medici. I due furono sciolti dai voti e in seguito ebbero anche una seconda figlia dal nome di Alessandra.
  • Sandro Botticelli è stato il migliore e il più amato fra gli allievi del padre di Filippino: un confronto stimolante e interessante è tra la Madonna col Bambino e gli angeli, di Filippo Lippi e la Figura centrale della Primavera di Botticelli (Firenze, Uffizi).
  • Tra le diverse opere in mostra viene spesso rappresentato il pavone, come simbolo di bellezza interiore, di rinascita e sopravvivenza dell'anima.
  • La pittura fiamminga esercita un notevole influsso sulla pittura Rinascimentale. I contatti commerciali con le Fiandre agevolava la diffusione e gli scambi anche di opere. Nella collezione di Lorenzo de' Medici erano presenti quadri fiamminghi. Dei quadri fiamminghi veniva apprezzata la tecnica di produzione dei colori, che li rendevano particolarmente brillanti e, inoltre, l'abilità di rendere le trasparenze;
  • Sandro Botticelli (1445 - 1510) nel 1481, per la fama raggiunta, venne invitato dal papa a dipingere alcune scene della Cappella Sistina. In una seconda parte della sua vita sarà influenzato dal Savonarola, fino a esprimere opere con un nuovo impatto religioso. In effetti finirà nei primi anni del 1500 con lo smettere di lavorare in seguito a crisi mistica. Il Lippi, invece, sembra  entrare in un processo di doppia produzione, con lavori sia in stile ascetico e penitente per i seguaci del Savonarola (cc.dd.: "piagnoni"), che attraverso realizzazioni per Alfonso Strozzi, nemico acerrimo del Savonarola.