sabato 7 maggio 2011

150° anniversario della costituzione dell'Esercito Italiano

Che questi tubi di lancio rimangano vuoti. Che l'Esercito sia una Forza di Pace e solidarietà tra i Popoli. Che le bandiere siano simboli di unione e rispetto delle diversità. 
Che queste macchine servano ad attrarre la curiosità dei tanti bambini che festanti sono accorsi in Piazza Venezia per assistere all'iniziativa.


Passando in modo disordinato da un mezzo ad un altro. Tant'è che alcuni goffamente cadono in terra con le loro facce distratte. Ma nulla succede: è solo l'occasione in più per ridere.
Mi piace pensare che oggi sia anacronistico il ruolo bellico dell'esercito. L'EI e il Tricoloro rappresenta l'unità e l'identità nazionale.

Le donne, gli uomini e i mezzi dell'Esercito costituiscono i riferimenti in caso di necessità e calamità naturali.
Tanti erano anche gli stranieri che si mettevano in fila per visitare la "pancia" dei blindati. E questo non può non avere risalto. Questo messaggio non può essere ignorato, affinchè il senso di speranza si diffonda, come le tante lingue parlate dai bambini seduti nei seggiolini interni in attesa di salire sulla torretta del mezzo.





Io vedendoli ho ammirato il loro sguardo tranquillo: quanto abbiamo da imparare da loro. Dalla loro comunicazione universale fatta di gesti e intese. Così veri, così genuini, seguono spontaneamente un sentire comune. Non appartengono a un popolo, sono semplicemente bambini.

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