lunedì 31 gennaio 2011

Fontana di Trevi - La monetina del ritorno

Proseguendo per via di Propaganda, è possibile raggiungere Fontana di Trevi percorrendo via del Bufalo e, successivamente, via Poli. Nel preferire questo percorso, si attraversano due celeberrime strade, via della Mercede e via del Tritone a seguire.


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Ben prima di entrare in piazza, il rumore dell'acqua anticipa la vista. Come per una festa di paese, dove i tamburi della banda percorrono le vie e fanno giri tortuosi per vicoli e clivi. Giunge quel ritmo a te sempre più scandito, trasferendo la percezione dell'approssimarsi. Così Fontana di Trevi, una fontana per certi versi atipica. Non puoi girarci intorno. E i bambini non possono rincorrersi in circolo festanti.

Perché l'opera è parte integrante della facciata del palazzo (Palazzo Poli), dove statue e sculture fanno mostra di sé tra i balconcini e le finestre. L'acqua viene coccolata, accarezzata, prima di unirsi ad altra acqua. E nel cadere viene a crearsi una barriera di fili sottilissimi che sembrano vetro.
La storia della fontana è lunga e travagliata e prende le mosse già dai numerosi anni che precedono la progettazione e la realizzazione secondo l'attuale conformazione.

Fu voluta da papa Clemente XII (1730-40) e l'esecuzione, a opera di Nicola Salvi, richiese trent'anni di attività.







Al centro viene rappresentato il dio Nettuno, con ai due lati le statue dell' "Abbondanza" e della "Salubrità".





Le sculture nella parte alta dell'architettura rappresentano le quattro stagioni.











La fontana è stata più volte rappresentata anche nei film del grande cinema. E il pensiero corre subito a "La dolce vita".

Busto in Piazza Cola di Rienzo

Ma, altresì, è stata al fianco del principe De Curtis, in arte Totò, che tenta di venderla a un ignaro e sprovveduto malcapitato, allettato dal business dei diritti di autore e delle monetine lanciate dai turisti. Totò rappresenta in questa pellicola l'ingegno applicato alla truffa, in Totòtruffa, appunto.










In questo contesto merita, seppur breve, un accenno alla Mostra "Ah, che rebus!", fino all'8 marzo presso l'Istituto per la grafica, al Palazzo Poli. Dove, tra i tanti interessanti elementi esposti, è possibile vedere un drappo a tempera realizzato in onore di papa Pio IX. In esso un rebus di grandi dimensioni per rappresentare la concessione di un'amnistia nel 1846. Il nuovo papa era appena salito al soglio pontificio. Era riconosciuto come pastore di anime e aveva una religiosità sincera. Anche se non aveva particolari simpatie liberali, tuttavia opererò alcune scelte che gli fecero guadagnare i favori dell'opinione pubblica liberale. Siamo quasi agli ultimi atti della Roma pontificia, quelli che precedono l'unità d'Italia.



La fontana è legata a una leggenda: se il turista lancia una moneta nella vasca voltandole le spalle ritornerà sicuramente a visitare Roma.



NOTE
  • Salvatore Spoto, Le fontane, Edizioni Coralli, Roma 2010;
  • a cura di A. Sbrilli e A. De Pirro, "Ah, che rebus, Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia", Roma, Palazzo Poli, via Poli 54,  16 dicembre 2010 - 8 marzo 2011, Ed. Mazzotta;
  • A. Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto, Manuale di storia, L'era contemporanea, Roma 1990, Ed. Laterza.

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