lunedì 31 gennaio 2011

Fontana del Tritone a piazza Barberini

Una domenica di gennaio, una di quella che ti restituisce il sorriso. Perché iniziano a manifestarsi i prodomi di una primavera ancora distante, ma di cui si sentono i primi cenni di presenza. Il sorriso è più convinto e più evidente. Lo spirito si eleva. Si scalda la voglia di vivere e il desiderio di conoscenza.
Roma si fa ancora più bella. Il clima seppur rigido colora il palcoscenico di vividi e brillanti colori. Il terreno lievemente lucido per la recente pioggia rende di specchio le immagini in prospettiva. Con la complicità di un sole accecante.
Fontana del Tritone
Sicché, penso a un percorso. Un percorso che inizia dall'acqua e di questa ne costituisce il filo conduttore. L'elemento che dà inizio alla vita e che ha manifestato la sua sacralità nella Roma Antica. Il culto dell'acqua e le opere mirabili che ne garantirono alla sua popolazione il pieno godimento e rappresentazione.
Il Tritone di piazza Barberini, come prima tappa. All'uscita dalla stazione della metropolitana ti volta le spalle. Ma avverte la tua presenza e di certo non si nasconde, perché è ben presente nel suo contesto. E' al centro della piazza e subito i giochi d'acqua richiamano l'attenzione, tanto che in passato sembra che la pressione del getto fosse così potente da produrre un sibilo udibile anche da lontano.
Realizzata da Gian Lorenzo Bernini su incarico di papa Urbano VIII (1623 - 1644) tra il 1642 e il 1643, la fontana rende ancora più elegante la piazza dove è presente il palazzo della famiglia Barberini, alla quale apparteneva il papa medesimo.
La fontana è un piccolo palcoscenico marino, nel quale il Tritone ne costituisce il protagonista. Inginocchiato su una grande conchiglia aperta sostenuta da quattro delfini, il Tritone realizza lo zampillo soffiando dal foro di un'altra conchiglia; quest'ultima, tuttavia, piccola e rotondeggiante, nonché condotta fermamente alla bocca col capo rivolto al cielo. Scavando nella memoria del mio passato, mi ricordo che da bambino pensavo che in realtà Egli stesse di contro bevendo, tale è la presa delle mani scolpite attorno alla piccola conchiglia e la mimica della bocca.
Scendendo con lo sguardo verso la vasca curvilinea, non si può ignorare la presenza delle chiavi, simbolo del Pontefice, e dello stemma con le api, simbolo della famiglia Barberini. I delfini sembrano festanti, anche se ne "sopportano" l'intero peso.



NOTE
fonti: Salvatore Spoto, Le fontane, Edizioni Coralli, Roma 2010

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