venerdì 1 luglio 2011

Tramjazz: una serata unica

Se rispetto all'appuntamento delle 21:00 arrivi in Piazza di Porta Maggiore circa 30 minuti prima, ti sembra di vivere un frammento di giornata come tanti altri. Il traffico intenso avvolge le mura antiche e le Persone in attesa alla fermata hanno il medesimo sguardo attonito di sempre; così perso e fiducioso che all'orizzonte si stagli il numero della linea che le porterà a destinazione. E' la logica costante che anima le mosse dello scandire quotidiano.
Eppure qualcosa di diverso si distingue a una sbirciata più attenta. Un gruppetto è fermo sul marciapiede in attesa del tram delle 21:00. Sono vestite per una serata romantica. La lancetta dei minuti nel frattempo avanza di circa quindici passi e che questa piazza si stia ammantando di magico è confermato dall'arrivo di due mezzi con un passo lento ma sicuro. Le loro figure sono presenti nella mia memoria, di quando ero bambino. Le loro forme sono sbiadite dal tempo, ma mi ricordano nettamente le linee 19 e 30, che all'epoca facevano capolinea a Piazza Risorgimento. Quando prendevo il tram era una festa: qualche volta era un fuggire segreto con mio nonno e quello sballottio mi rilassava e mi predisponeva bene per tutto il proseguo della giornata.
I convogli si fermano e fanno bella mostra del loro fascino antico e indimenticabile. Si aprono le porte: scende del personale per offrire un calice di prosecco. Nessun numero è presente in testata e in coda. Sembra di sognare eppure è tutto vero. Tavole imbandite per la cena e su di esse le candele irradiano ombre incerte e tremolanti. Prendere questi tram è surreale e fantastico.
Ci porterà per la strada ferrata nelle vie storiche di una città unica come Roma.
Una delle fermate è al cospetto dell'Anfiteatro Flavio, il Colosseo.
La musica è suonata mirabilmente. Il jazz scorre soffice sulla pelle: è una carezza da brividi.
Tutto ha un sapore di altri tempi. Anche il conducente alcune volte deve scendere per azionare uno scambio con un lungo attrezzo in ferro.
E il bisogno di assaporare la vita con un passo più docile diventa una certezza. La frenesia non può far parte della nostra dimensione. Una serata rubata al nostro tempo.






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